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Lavoratore dipendente, autonomo, o in franchising?

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Normalmente nel settore della ristorazione, delle persone piene di vitalità magari che sono brave a lavorare e molto volenterose, come cuochi o camerieri, piuttosto che lavoratori provenienti da altri settori, decidono di intraprendere questo nuovo cammino nella ristorazione da imprenditori.

Questo delicato passaggio dal lavoro dipendente all’attività imprenditoriale non deve essere sottovalutato e ‘la realtà finanziaria’ può essere illustrata benissimo prendendo spunto dagli insegnamenti di Robert Kiyosaki suo libro “I quadranti del cash flow”.
Kiyosaki formatore di fama internazionale è partito dall’assunto di raggruppare gli attori economico in 4 posizioni che possono avere nello scenario lavorativo. Le posizioni dipendono da dove il lavoratore percepisce i propri guadagni e sono raggruppati in quattro quadranti, due di sinistra e due di destra

 

Quadranti di sinistra :

D = dipendente : ovvero tutte quelle persone che guadagna uno stipendio attraverso un impiego e lavorando per qualcun altro (individuo o azienda) e scambiano il loro tempo quindi le ore di lavoro per ricevere in cambio del denaro come impiegato, lavapiatti, cuoco o cameriere. 

A = lavoratore autonomo / piccola impresa : che guadagnano soldi lavorando in proprio “prendendo il toro per le corna”  sono i professionisti come il ristoratore, il titolare di un bar, il rappresentante di vini a provvigione, il consulente food ecc.

Quadranti di destra :

T= titolare di impresa o di grande impresa : colui che possiede un’attività che genera soldi; imprenditori che hanno delegato le attività del proprio ristorante costruendo un sistema nel quale i collaboratori e dipendenti lavorano per loro seguendo un protocollo. In questo quadrante non si baratta il tempo per un corrispettivo economico pertanto i propri ricavi non saranno vincolati dal monte ore e dal tempo dedicato all’attività lavorativa, bensì dalla bontà e fluidità di funzionamento del sistema. Ne sono un esempio i ‘franchising’ prendere la licenza per una zona da Mc Donald’s


I = investitore : ha soldi che generano altri soldi, come gli azionisti dei fondi che hanno acquistato Cigierre e tanti altri che in questo articolo non prenderemo in considerazione.

Accade che crescendo con l’età, con le competenze o le esigenze famigliari le situazioni ci conducano a degli cambiamenti.

Passaggio da D a A

Bene, ‘metterti in proprio’ ma se fino al giorno prima eri un dipendente, molto probabilmente farai il passaggio di spostarti da impiegato o cuoco a un A autonomo, e diventare il titolare del ristorante, pub o altro locale, ma aprire la partita iva di per se, non ti garantirà il successo finanziario; passare da D a A è come fare body-building la mattina e andare a ballare danza classica la sera.

Dovrai aumentare la tua formazione personale, fiscale e merceologica con insegnamenti specifici sul mondo della ristorazione e devi cominciare a vedere la tua attività ristorativa come una potenziale fonte di reddito di impresa e quindi sviluppare la capacità di generare ricavi senza l’apporto costante delle tue ore di lavoro – non cadere nella convinzione sbagliata che più lavori più guadagni.

Piuttosto prepara un business plan, degno di questa parola attraverso la consulenza di un professionista che sia veramente in grado di interpretare il mercato in cui operi, poi a cascata sempre per gli aspetti finanziari devi aver chiare le tue fonti di entrata su ogni  singolo prodotto. Ricordati, con i fornitori usa pagamenti anticipati che ti permettono di avere grosso sconti anche del 10% e devi avere una maniacale gestione dei soldi che spendi (anche per le piccole uscite giornaliere) e mantenere i costi fissi sotto controllo. 

Ultimo consiglio che mi sento di darti è quello di non usare mai i soldi della cassa, perché non devono essere confusi con il tuo patrimonio personale, si tratta di soldi dell’azienda e devono essere tenuti separati per evitare brutte sorprese in quanto il tuo guadagno come imprenditore sarà l’importo restante dopo aver pagato tutto e tutti compreso le tasse.


Passaggio da D / A a T

Se invece dopo aver aperto il proprio ristorante, pub locale o altra attività nella ristorazione ti rendi conto che l’attività ti sta portando via troppo tempo a discapito della famiglia o altri interessi personali per te importanti, il passaggio che puoi fare è quello di diventare un T titolare d’impresa. Per farlo devi avere un ‘sistema’ o delle persone in gamba che lo costruiscono, ci sono 2 modi per farlo : il primo è crearlo te il secondo è comprarne uno. Nella ristorazione come puoi già immaginare la via più rapida, per le persone che non vogliono costruirsi il loro sistema o non sanno farlo, e se ovviamente hai abbastanza soldi da investire in questo, è affiliarsi a un franchising basta pensare a una città oggi senza un McDonald’s. Pertanto affiliandosi puoi focalizzarti sul formare le tue persone.

Le banche prestano denaro a un affiliato in franchising più facilmente rispetto alle piccole imprese indipendenti perché riconoscono il valore dei sistemi e il conseguente abbassamento dei rischi. I piccoli imprenditori vengono respinti perché pensano al prodotto ma non hanno nessuna esperienza nel gestire sistemi d’impresa.

Attenzione, se ti affili non essere un A autonomo che vuole poi ‘fare le cose a modo suo’ devi ragionare da D dipendente e fare esattamente tutto quello che la Casa Madre ti dice. Non c’è nulla di più tragico delle cause giudiziarie tra franchisor e franchisee , cause che hanno luogo perché l’affiliato vorrebbe fare a modo suo, e non come vuole chi ha creato il sistema (pazzesco)

Ciò è paradossale! Se volete fare a modo vostro, fatelo dopo aver imparato tutto sui sistemi e le persone.

Possono esserci casi di franchising che falliscono, quando l’affiliato ragiona come A autonomo e quando le cose iniziano a mettersi male non sa come fare, e non chiede il sostegno alla Casa Madre. E dipende sempre dalle abilità della Casa Madre e delle persone che fanno funzionare quel sistema. In un sistema di franchising nella ristorazione devono funzionare tutti gli aspetti in modo affidabile, è paragonabile a un aereo se c’è un’avaria l’aereo cadrà. 

L’altra ipotesi è incaricare un professionista che sia in grado di creare un ‘sistema’ per te.  Ma trova un Mentore e non un consulente qualcuno che lo ha già fatto per se stesso ciò che tu vuoi fare e lo fa con successo e non qualcuno che da ‘Consulente’ sappia solo raccontartelo. 

Non cercate consulenti! Un consulente è qualcuno che ti dice come dovresti fare, ma in realtà non lo ha mai fatto personalmente.

Okay vero, è importante avere una mente aperta, ma fai attenzione a come si guadagnano i soldi le persone che ti danno il consiglio su come fare l’imprenditore! Sono imprenditori anche loro o sono dipendenti o autonomi.

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